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Le attuali linee del dibattito sul tema della cura del fine vita sono stati al centro del convegno

“Diritto alla vita o diritto alla morte?” 

Esperti nell'ambito medico, giuridico e bioetico e rappresentanti delle istituzioni italiane si sono confrontati a Roma, il 25 marzo, alle ore 18 presso l'Auditorium Celimontano in Via Bezzecca 10.

Dopo i saluti di Annamaria Altomare, a introdurre l’incontro è stata la senatrice Paola Binetti, presidente del Comitato Scientifico di Medicina e Frontiere.

Sono intervenuti Fabiola Bologna: Segretario Commissione Affari Sociali e Sanità, Camera dei Deputati; Laura Palazzani, ordinario di Filosofia del Diritto, LUMSA, membro del Comitato di Bioetica alla Commissione Europea e all’UNESCO; Massimo Marasca, Magistrato, GiP-GUP Tribunale di Roma; Grazia Armento Medico palliativista, Centro cure palliative, Campus Biomedico  di Roma; Giovanna Razzano, Ordinario di Istituzioni di Diritto Pubblico, Università La Sapienza di Roma. A moderare l’incontro Rossella Alimenti, giornalista Rai.

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“Tutto il dibattito sul Fine vita si è da anni arroccato su di un unico punto di riferimento: il principio di autodeterminazione e il relativo consenso informato del paziente” ha spiegato Paola Binetti. “Sembra che niente altro importi oltre la sua esclusiva volontà, come se questo esonerasse tutti noi, a cominciare dalla famiglia, ma anche dal SSN, dalle nostre specifiche responsabilità. In realtà anche in questo caso occorrerebbe passare da una logica meramente individualistica: conta solo il mio Io, ad un approccio relazionale in cui mi percepisco in rapporto con gli altri; sia per la fragilità che scopro come una condizione di vulnerabilità crescente, sia per la solidarietà che vado sperimentando negli affetti familiari e nella competenza professionale di chi si prende cura di me in modo sempre più ricco di umanità”.

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