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L’abbattimento dei consumi, l’impossibilità di esercitare una vastissima serie di professioni a causa del distanziamento sociale e lo smantellamento di intere filiere produttive - il tutto in un tempo estremamente breve che ha impedito una riconversione produttiva - rischiano di produrre, a livello globale, una crisi economica senza precedenti nella storia contemporanea e in un momento nel quale produttività e risorse dovrebbero essere moltiplicate per potenziare la risposta sanitaria dei diversi sistemi paese.                                   

Lo shock non ha precedenti, lo afferma il Fondo monetario internazionale (Fmi) nel World Economic Outlook trimestrale. Gravata da una perdita che il Fmi stima al 9,1% nel 2020, l’Italia farà i conti con una crescita della povertà. Uno studio dell’Unione generale del lavoro stima che entro la fine di giugno potrebbero essere 9,8 milioni i cittadini italiani a trovarsi sotto la soglia di povertà assoluta, a fronte dei 5 milioni calcolati nell’ultima rilevazione dell’Istat nel 2018.

Le ridotte condizioni di benessere individuale rischiano di escludere dalla vita sociale intere categorie di persone, chiaramente a partire dalle più deboli. Ecco quindi che il contrasto della povertà, e più in generale la promozione di nuove forme di inclusione sociale, rappresentano i grandi temi sui quali ogni società è interpellata.

Povertà e inclusione, a cura di Simone Carotti

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